Possa l’esempio delle società matriarcali mostrarci come superare il patriarcato!
Possano le donne indicarci la via alle società di pace!
HAGIA- International Academy per i moderni studi matriarcali e la spiritualità matriarcale.
Le radici affondano nella terra per portare la linfa vitale agli alberi, per farli crescere e rigenerarli.
Le radici che affondano nella terra hanno un odore acre, l’odore della vita e della resistenza.
La rete sotterranea delle radici, crea la legge del cerchio, del mutuo soccorso, dell’aiuto al più debole.
Così come gli alberi di una foresta creano una comunità forte e resiliente, allo stesso modo le madri e le donne delle società matriarcali creano l’equilibrio sociale.
Gli studi sul matriarcato sono nati con un peccato originale: considerare le società matriarcali con gli stessi strumenti valutativi dello studio storico patriarcale. Da Bachofen in poi si è posto come assunto il fatto che se c’è una società retta dalle donne, inevitabilmente questa deve ripercorrere il solco della storia conosciuta; ciò vuol dire che i rapporti nelle comunità prese in esame, si bilanciano attraverso la forza e il dominio. Questo cortocircuito non avviene nelle società matriarcali e gli studiosi sono stati presi alla sprovvista perché impreparati ad accogliere un riferimento diverso rispetto alla contrapposizione fra gruppi avversi.
La via del femminile, come scritto nell’introduzione a questo blog, non sarebbe il patriarcato degli studi storici e storiografici e neanche il matriarcato da intendere come dominio delle donne.
La ricercatrice Heide Goettner Abendroth intende la parola greca ‘arché’ (che ha un doppio significato) con l’accezione di ‘inizio’ e non di ‘dominio’. Quindi il sostantivo matriarcato si tradurrà come ‘in principio, le madri’. Questo significato si è consolidato nelle ricerche antropologiche degli ultimi anni, dando una panoramica più veritiera delle società matriarcali.
La Abendroth ha dedicato la sua vita allo studio dei matriarcati, ponendo le basi per una ricerca scientifica e sistematica del fenomeno. Per lei, la piena comprensione del passaggio infausto dal matriarcato al patriarcato, può avvenire solo con la conoscenza delle società matriarcali tuttora esistenti; studiando a fondo gli usi, la spiritualità, l’economia, l’organizzazione sociale e del lavoro di queste società, si può capire fino in fondo i motivi e gli sviluppi del passaggio stesso.
L’unico continente che non ospita società matriarcali, è l’Europa. Negli altri continenti, le società matriarcali si attuano con specificità diverse ma mantenendo in generale caratteristiche comuni.
Lasciando da parte le molteplici distinzioni fra società matrifocali, matrilineari, matriarcali, etc… possiamo, per iniziare questa panoramica straniante ma affascinante, esaminare i fattori in comune tra i matriarcati.
I matriarcati sono basati sull’unione di clan estesi secondo una linea di discendenza femminile. Abitano sotto lo stesso tetto almeno tre generazioni e gli sposalizi non implicano lo spostamento dei (mai) congiunti, i quali continuano a vivere nelle rispettive case materne. Ciò significa che i figli abitano con le madri e con gli zii che hanno un ruolo importante nella crescita dei nipoti. Quindi gli sposi potranno vedersi, se lo desiderano (sic!), nella casa della donna, durante la notte, per poi dividersi al mattino, quando l’uomo rientrerà nella casa materna, insieme al suo clan. Questa visione della coppia, implica un atteggiamento più libero e naturale verso i rapporti d’amore.
La Abendroth ci dice che solitamente i matriarcati hanno un sistema economico di distribuzione delle risorse, in modo tale da rendere equilibrato il rapporto economico fra i clan ed evitare l’accumulo dei beni: società di reciprocità. Le donne dispongono dei beni del clan, soprattutto di campi e cibo e si accertano dell’equità di trattamento.
Le decisioni politiche presentano quella sottile complessità democratica che determina, però, l’armonia del risultato.
Cosa voglio dire? Mi rincresce aver espresso un giudizio ancor prima di aver esposto i fatti ma la tentazione, a volte, domina le mie facoltà razionali! Mi spiego: tutto nasce da un’organizzazione sociale e politica basata sul consenso (non abbiate un mancamento, per carità!). Per addivenire ad una decisione che riguardi il clan o la tribù (organizzazione sociale formata da più clan), si indice un’assemblea alla quale partecipano tutti i membri del clan e la decisione è presa sul consenso. Questo a ogni livello, per cui se l’assemblea riguarda il villaggio, i delegati del clan porteranno la decisione consensuale dell’assemblea.
Davanti a questa maturità organizzativa, per quanto complessa e sfiancante possa essere, non si può che fare un inchino nonché ripensare a un’opportunità che abbiamo perso, dimenticata nel tempo ma che oggi, una volta riscoperta, può aiutarci a uscire dall’impasse in cui ci crogioliamo.